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  • Perché il recruiter è visto come un nemico? 🤔

    Una figura spesso percepita come poco trasparente, poco preparata o addirittura come un ostacolo. È una narrazione che nasce da frustrazioni reali: processi di selezione inefficaci, ghosting , e mancanza di comunicazione. Ma fermiamoci un attimo. È giusto attribuire tutte le colpe ai recruiter? O c'è qualcosa di più complesso dietro questa percezione? Il paradosso del recruiter I recruiter hanno un compito cruciale: creare il match perfetto tra azienda e candidato. È un equilibrio delicato che richiede competenze avanzate: comprensione dei valori aziendali, empatia e capacità di ascolto. Nonostante ciò, la loro immagine soffre di pregiudizi diffusi. Uno studio di Talent Works  ha rilevato che il 65% dei candidati si sente ignorato durante i processi di selezione, e questa mancanza di comunicazione contribuisce alla percezione negativa. Dall'altra parte, il recruiter si trova spesso schiacciato tra le esigenze (a volte irrealistiche) delle aziende e le aspettative dei candidati​. Dietro le quinte del recruiting Sapevate che il lavoro di un recruiter non è solo leggere CV e fare interviste? Non tutti sanno che il successo di un recruiter dipende proprio dalla costruzione di relazioni win-win : il candidato giusto nel posto giusto crea valore per entrambe le parti (candidati e aziende)​. E' quindi giunto il momento di vedere questa figura sotto una luce diversa. Aspettative irrealistiche dalle aziende:  Spesso le aziende cercano "unicorni professionali" (profili con competenze estreme e difficili da trovare), creando un divario tra ciò che è richiesto e ciò che il mercato offre. Innovazione e apprendimento continuo:  I recruiter lavorano in un ambiente in rapido cambiamento, dovendo aggiornarsi costantemente su nuove tecnologie, strumenti di intelligenza artificiale e tendenze del mercato​. Il peso delle relazioni umane:  Ogni selezione porta con sé carichi emotivi, perché non si tratta solo di competenze tecniche, ma anche di vite, speranze e sogni da gestire con empatia. Confutiamo i pregiudizi più comuni "I recruiter sono poco preparati." Non è vero. Per fare questo lavoro servono competenze specifiche che vanno dall'ascolto attivo alla conoscenza approfondita dei mercati del lavoro. Secondo LinkedIn Talent Solutions , il 62% dei recruiter ritiene fondamentale sviluppare competenze tecnologiche avanzate per affrontare la selezione moderna​ "Sono solo mercenari." In un mondo lavorativo sempre più basato su AI e Big Data, i recruiter devono aggiornarsi costantemente, integrando tecnologia e sensibilità umana.​ Il recruiter non è un venditore senza scrupoli, è invece una figura che opera per trovare il punto d’incontro tra le esigenze dell’azienda e le aspirazioni del candidato. È un lavoro che, se fatto bene, crea valore per tutte le parti coinvolte.​ "Non rispondono mai." Il cosiddetto ghosting  è una critica frequente. Tuttavia, molte volte non dipende dalla volontà del recruiter, ma da processi aziendali lenti o cambiamenti interni improvvisi. Inoltre, il ghosting è diventato purtroppo bidirezionale: anche i candidati, in alcuni casi, abbandonano il processo di selezione senza preavviso, segnalando una generale crisi di comunicazione​. . 🤝 Il ruolo del recruiter nel costruire fiducia Il recruiter è spesso il primo punto di contatto tra un candidato e l’azienda. È qui che si gioca una parte importante della employer branding . Secondo un articolo di In-Recruiting , i recruiter migliori sono coloro che riescono a trasmettere i valori dell’azienda in modo chiaro e coerente, instaurando un rapporto di fiducia. Parlare di valori aziendali non è più un "lusso" ma un elemento indispensabile per attrarre i migliori talenti. Un appello per il futuro del recruiting Candidati e recruiter hanno una responsabilità reciproca: costruire processi di selezione più trasparenti e umani. Questo richiede: Empatia e ascolto attivo.  Non si tratta solo di leggere CV, ma di capire la persona dietro il documento. Feedback costruttivo.  Anche un rifiuto può essere gestito con rispetto, offrendo suggerimenti utili al candidato. Maggiore comunicazione reciproca.  I candidati devono sentirsi liberi di porre domande e chiarire le proprie aspettative, mentre i recruiter devono essere più chiari sui tempi e sulle fasi del processo. E voi? Quali sono le vostre esperienze con i processi di selezione? Cosa funziona e cosa potrebbe essere migliorato? Scrivete nei commenti: le vostre idee potrebbero contribuire a rendere il mondo del recruiting un luogo più umano e rispettoso per tutti e, nel nostro piccolo, ad aiutarci a migliorare i nostri processi interni e ad erogare un servizio ancor più in linea con le vostre esigenze e aspettative. Se ti è piaciuto questo articolo e hai bisogno di un supporto specializzato contattaci , il nostro team commerciale è a tua disposizione per provare a studiare insieme a te un modello di recruiting in linea con le tue necessità e la tua cultura aziendale.

  • Nuovo Accordo Economico Collettivo Commercio: cosa cambia per Agenti e Rappresentanti

    Nuovo AEC Commercio: le novità per agenti e rappresentanti di commercio È stato sottoscritto il 4 giugno 2025 a Roma, presso la sede di Confcommercio, il nuovo Accordo Economico Collettivo (AEC) del settore commercio, che disciplina i rapporti tra agenti di commercio e case mandanti. L’intesa – firmata da tutte le principali organizzazioni sindacali di categoria (Fnaarc, Fisascat/Cisl, Uil/Uiltucs, Usarci, Fiarc, Filcams, UGL Terziario) e dalle associazioni imprenditoriali (Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative) – sarà in vigore dal 1° luglio 2025 fino al 30 giugno 2029 . Con questo rinnovo, fermo da sedici anni, si intende aggiornare il contratto di agenzia alla luce dell’evoluzione del commercio (soprattutto digitale) e fornire nuovi strumenti di equità e tutela per gli agenti. Di seguito le principali innovazioni normative con particolare riferimento a provvigioni, indennità, fine mandato, obblighi contributivi, formazione e tutele sociali. ⭕ Provvigioni e vendite online L’elemento di spicco è il riconoscimento esplicito delle provvigioni sulle vendite online . Per la prima volta l’AEC sancisce che gli agenti avranno diritto a commissioni anche sulle vendite effettuate a privati attraverso l’e-commerce. In pratica, viene valorizzata l’attività di promozione territoriale svolta in esclusiva anche quando la clientela acquista su piattaforme web: il fatturato realizzato via internet concorre al computo delle provvigioni come quello delle vendite “tradizionali”. Questo riflette la nuova centralità dell’ omnicanalità nel commercio moderno. In aggiunta, il nuovo accordo chiarisce che tutte le somme  percepite dall’agente (oltre alle provvigioni) vengono computate ai fini di ogni istituto contrattuale. Ciò significa, ad esempio, che bonus, anticipi o premi erogati dal mandante concorrono al calcolo delle indennità di fine rapporto (come il FIRR – Fondo Indennità Risoluzione Rapporto), dell’indennità suppletiva di clientela, di quella meritoria e di quella per il patto di non concorrenza. In sostanza, ogni valore economico corrisposto si aggiunge alla base per le liquidazioni spettanti all’agente. ⭕Indennità di fine rapporto e patto di non concorrenza L’accordo introduce anche nuovi criteri di calcolo delle indennità  di fine rapporto. In particolare: Incremento dei massimali per il FIRR.  Dal 1° gennaio 2026 i limiti delle provvigioni considerate nel calcolo del FIRR saranno quasi raddoppiati: fino a 18.000 euro annui per gli agenti senza esclusiva e fino a 36.000 euro per quelli con esclusiva. Ciò si traduce in un maggiore accantonamento forfettario e in una indennità di fine mandato sensibilmente più alta. Indennità in caso di società di persone.  Se il contratto di agenzia è stipulato con una società di persone, l’indennità di fine rapporto sarà riconosciuta anche qualora venisse meno la pluralità dei soci per scioglimento della società, pensionamento, invalidità o decesso. In pratica, non si perde il diritto alla liquidazione spettante quando muta la compagine societaria. Patto di non concorrenza.  L’accordo ribadisce che il compenso per il patto di non concorrenza post-contrattuale (quello previsto dal Codice Civile) ha natura aggiuntiva rispetto alle altre indennità e non può esserne assorbito. Ciò assicura che l’importo pattuito per l’eventuale patto non concorrenza rimanga un vantaggio integrativo per l’agente. In sintesi, tutti gli emolumenti extra-provvigionali dai mandanti peseranno positivamente sul calcolo delle indennità (si ottiene così un calcolo «più equo» delle somme di fine rapporto ) e sono introdotte tutele specifiche (come nei casi di società di persone) che prima non erano esplicite. ⭕Cessazione del contratto e preavviso Il termine di preavviso  nei contratti di agenzia è stato ridefinito. Il nuovo AEC del commercio fissa nuovi termini di preavviso  in caso di disdetta del contratto monomandatario (in generale le parti dovranno fare riferimento ai periodi stabiliti, che di solito dipendono dalla durata del rapporto e dall’eventuale esclusiva). Va sottolineato che si tratta di un ambito in cui saranno utili circolari o interpretazioni ufficiali per applicare le nuove scadenze. Al termine del mandato restano confermate le liquidazioni previgenti (indennità di fine rapporto, suppletiva, meritocratica, etc.) ma calcolate con i criteri aggiornati come visto. Sul fronte delle cessazioni, è stata migliorata anche la gestione delle controversie  in caso di congedi o interruzioni del rapporto: il contratto aggiorna la procedura di conciliazione sindacale e introduce commissioni paritetiche per le vertenze (ad esempio sulle indennità di fine rapporto), in modo da velocizzare e semplificare le procedure di contenzioso tra agente e mandante. ⭕Variazioni territoriali e informazioni alla mandante L’articolato relativo alle variazioni di zona  è stato completamente rivisto e allineato a quanto stabilito nel settore industria. Le modifiche puntano a rafforzare la tutela dell’agente in caso di variazioni unilaterali imposte dal mandante (ad esempio spostamenti di zona o revisione delle provvigioni, dei prodotti o della clientela). In altri termini, la preponente non potrà più modificare a proprio piacimento questi elementi senza preavviso e senza adeguate indennità. Inoltre viene ribadito l’ obbligo del mandante di fornire all’agente i dati di vendita  relativi alla propria zona di competenza. Questo significa che il mandante deve mettere a disposizione dati statistici e risultati commerciali per consentire all’agente di valutare le performance e pianificare la propria attività. Tale trasparenza favorisce un rapporto più collaborativo e informato. ⭕Obblighi contributivi L’AEC appena firmato non modifica gli obblighi contributivi  già previsti dalla legge e dai precedenti contratti. In particolare, restano in vigore i versamenti previdenziali previsti dall’INPS/Enasarco per gli agenti di commercio: l’aliquota complessiva è confermata al 17% delle provvigioni (8,5% a carico del mandante e 8,5% dell’agente). Si rinnova l’obbligo della mandante di rilasciare ogni anno all’agente (entro il 30 aprile) una certificazione dettagliata dei contributi Enasarco versati e degli accantonamenti al FIRR dell’anno precedente. In sostanza, non ci sono novità procedurali: l’agente deve continuare a verificare che il mandante versi puntualmente le quote previdenziali obbligatorie e conservare la documentazione per la propria dichiarazione fiscale. ⭕Formazione continua Pur non essendo un punto centrale del nuovo AEC, anche l’ aggiornamento professionale  degli agenti resta un aspetto cruciale per competere in mercati evoluti. Il contratto nazionale del commercio (CCNL) prevede da tempo la possibilità di accedere a finanziamenti per la formazione continua tramite fondi interprofessionali. In particolare, le aziende del terziario (tra cui anche molte mandanti del commercio) possono rivolgersi al Fondo For.Te  per ottenere risorse destinate a programmi di formazione. Gli agenti di commercio possono quindi usufruire di questo e altri strumenti (quadrifor, quasar, ecc.) per corsi su tematiche digitali, normative o di vendita, al fine di migliorare le proprie competenze. Mantenersi aggiornati risulta oggi indispensabile, anche alla luce delle nuove responsabilità digitali assegnate dal contratto (e-commerce, uso di CRM, marketing online). ⭕Tutele sociali e familiari Il nuovo accordo rafforza le tutele sociali  a favore degli agenti, soprattutto in momenti critici come malattia, maternità e paternità. In linea generale sono previste maggiori protezioni  per questi eventi rispetto al passato. Ad esempio, è stato introdotto il diritto del padre agente  di astenersi dal lavoro fino a 20 giorni (retribuiti) nei primi cinque mesi di vita o di adozione del figlio, senza che il mandante possa rescindere il contratto durante tale periodo. Inoltre, il periodo di “comporto” (cioè la durata massima dell’assenza per malattia garantita senza perdere il rapporto) è stato allungato e armonizzato, offrendo più sicurezza agli agenti in caso di infortuni o malattie prolungate. In sintesi, l’AEC rafforza le garanzie di non licenziamento nei casi di congedi familiari e assenze sanitarie, rendendo i rapporti più stabili dal punto di vista umano. Un buon accordo? Il nuovo AEC Commercio porta in dote diverse novità normative  rilevanti per agenti e rappresentanti di commercio. Le modifiche enfatizzano il ruolo dell’agente nell’era digitale (con le commissioni sull’e-commerce) e rafforzano le tutele su provvigioni, indennità e sicurezza del posto di lavoro. Dal 1° luglio 2025 , data di entrata in vigore dell’accordo, gli operatori del settore dovranno aggiornare i propri contratti individuali e le pratiche gestionali: è consigliabile consultare le associazioni di categoria o esperti del settore per interpretare correttamente le nuove regole. L’accordo per ora sembrerebbe essere stato salutato con soddisfazione sia dalle imprese che dai sindacati, convinti che la contrattazione collettiva sia lo strumento più efficace per dare stabilità e prospettiva al rapporto di agenzia. In quest’ottica, la partecipazione attiva degli agenti alla sua applicazione – attraverso assemblee sindacali, formazione dedicata e un confronto continuo con i mandanti – sarà essenziale per trarre tutti i vantaggi concreti delle novità introdotte. Se ti è piaciuto questo articolo e hai bisogno di un supporto specializzato contattaci , il nostro team commerciale è a tua disposizione per provare a studiare insieme a te un modello di recruiting in linea con le tue necessità e la tua cultura aziendale.

  • Agenti di commercio: perché i giovani non ci sono più

    L’invecchiamento degli agenti di commercio in Italia è un fenomeno ormai sotto gli occhi di tutti: la categoria sta perdendo vigore e fatica ad attrarre giovani talenti, con importanti ripercussioni sul mercato e sulle imprese che vi si affidano. Contesto e fonti Secondo l’indagine condotta da Fnaarc-Confcommercio, l’età media degli agenti e rappresentanti di commercio iscritti a Enasarco è salita a 52 anni . Un dato che, di per sé, suona già allarmante, ma diventa preoccupante se si considera che il numero complessivo degli iscritti cala in media di 2.000 unità all’anno : una vera e propria “foresta che brucia”, dove i giovani non riescono a sostituire chi va in pensione. Nel Bilancio Consuntivo 2023 di Fondazione Enasarco si legge che le nuove iscrizioni  di agenti in attività rappresentano soltanto il 6,7 %  del totale, con un’età media di ingresso di 39,5 anni  (39 per gli uomini, 41 per le donne) Enasarco . Questo vuol dire che, quando un giovane decide di diventare agente di commercio, arriva già entrato nella “fascia di mezza età” della professione. ⭕Perché manca il ricambio generazionale Barriere normative e contributive Le aliquote Enasarco, seppur importanti per tutelare il reddito futuro, rappresentano un costo che pesa soprattutto su chi muove i primi passi. Pur esistendo agevolazioni per under 30 (aliquote ridotte per consentire un avvio più leggero nei primi anni), il meccanismo appare ancora troppo complesso e poco comunicato. Scarso appeal del modello tradizionale Il profilo dell’agente “classico” è percepito come incentrato su telefonate e visite porta a porta, attività considerate poco “digital” e perciò poco attrattive per generazioni abituate a social selling e e-commerce. L’assenza di percorsi di carriera chiari e di formazione mirata amplifica la sensazione di “salario variabile e instabilità”, scoraggiando i più giovani. Invecchiamento fisiologico Con un’età media di ingresso prossima ai 40 anni, il turnover è fisiologicamente lento. Chi entra, resta in attività 25–30 anni e va in pensione oltre i 65, prolungando ulteriormente l’età media complessiva. Qualche curiosità dall’“anagrafe” Enasarco Nel 2023, gli agenti monomandatari iscritti al primo incarico (C1) avevano in media 30 anni , grazie a un’apposita agevolazione per under 31. La fascia di età 41-55 anni  rappresenta oltre il 50 %  degli iscritti confermando come il “picco” della professione si collochi ormai nella mezza età. Nel solo 2023, le dimissioni volontarie degli agenti hanno superato le iscrizioni di quasi 3 000 unità , un saldo negativo inedito negli ultimi due decenni. Un futuro sempre più grigio: il vero volto dell’invecchiamento della categoria Il tema non è solo statistico o demografico: l'invecchiamento della categoria degli agenti di commercio ha ripercussioni strutturali  sul modo in cui si vende oggi in Italia. E il problema non è “avere più di 50 anni”, ma non avere abbastanza under 40 . Inoltre, come selezionatori, noi di A&B Associati continuiamo ad assistere ad una riduzione della copertura territoriale : meno agenti significa aree geografiche meno presidiate, con conseguente perdita di opportunità commerciali. ⭕ Considerazioni sulla crisi demografica degli agenti di commercio in Italia: impatti sulle imprese e sul mercato 📉 Una piramide demografica capovolta I dati Enasarco mostrano chiaramente una piramide anagrafica ormai sbilanciata verso l’alto. Le fasce tra i 41 e i 65 anni rappresentano oltre il 70% degli iscritti, mentre gli under 35 sono meno del 5% . Un modello insostenibile nel lungo periodo. Le imprese si ritrovano con una rete vendita esperta ma in progressivo calo di energie, con difficoltà di adattamento ai nuovi strumenti digitali e, spesso, con resistenza al cambiamento . E al di là dei numeri, sta emergendo una vera e propria “frattura generazionale” nei modelli di vendita. 🕰️ Il tempo come limite (non solo anagrafico) Molti agenti over 55 continuano a lavorare non per passione, ma perché il sistema pensionistico non consente loro di uscire in sicurezza. Questo prolungamento della carriera spesso porta a: un calo della proattività commerciale , minore investimento nella formazione, scarso utilizzo di strumenti digitali (CRM, piattaforme di lead generation, social selling). Gap digitale : una forza vendita adulta fatica ad adottare strumenti di CRM avanzati, social selling e automazioni, penalizzando l’efficacia delle campagne omnichannel. Rischio di obsolescenza : strategie di vendita e approcci al cliente restano ancorati a modelli superati, mentre i concorrenti più giovani e agili conquistano quote di mercato. Il risultato è una rete vendita che fatica ad aggiornarsi , e che rischia di diventare inefficace in un mercato dove il cliente è sempre più informato e autonomo. 🧠 Esperienza non trasferita Altro tema cruciale: l’esperienza non viene trasmessa . Non esiste, nella maggior parte dei settori, un modello di mentorship o affiancamento strutturato. Gli agenti senior si ritirano portandosi via decenni di relazioni, conoscenze e “arte della vendita”, senza che nessuno ne raccolga il testimone. E questo impoverisce non solo le aziende, ma anche la cultura stessa della professione commerciale . 🔄 Un ciclo che si è interrotto Fino agli anni 2000, il mestiere dell’agente di commercio era spesso una porta d’ingresso al lavoro autonomo, soprattutto per giovani dinamici e senza laurea. Oggi quel ciclo si è spezzato. Le cause? Precarietà percepita : i giovani preferiscono contratti dipendenti. Mancanza di visibilità : nessuno “racconta” il lavoro dell’agente nei percorsi di orientamento. Calo dell’ascensore sociale : il rischio di impresa non sembra più giustificato dalla possibilità di “farsi una carriera”. L’invecchiamento degli agenti di commercio è molto più di una statistica: è il segnale evidente di un mestiere che non si è ancora raccontato alle nuove generazioni , e che rischia di perdere il suo ruolo strategico nel sistema produttivo italiano. Se oggi il venditore senior è una risorsa preziosa ma isolata, domani rischia di essere l’ultimo baluardo di un modello che non si è saputo rinnovare . E tu, nella tua azienda o nel tuo team commerciale, come stai affrontando questo cambiamento? Se ti è piaciuto questo articolo e hai bisogno di un supporto specializzato contattaci , il nostro team commerciale è a tua disposizione per provare a studiare insieme a te un modello di recruiting in linea con le tue necessità e la tua cultura aziendale.

  • Dale Carnegie: la vendita come relazione interpersonale

    I Giganti della Vendita   è la nostra rubrica in cui ripercorriamo storie, vite ed aneddoti delle personalità che hanno segnato in positivo il mondo delle vendite, in Italia oppure all'estero. Nel contesto del settore delle vendite, Dale Carnegie emerge come una figura guida, un mentore virtuale le cui saggezze e strategie hanno influenzato in modo profondo e duraturo il modo in cui i venditori affrontano le sfide quotidiane. La sua importanza in questo settore va ben oltre l'insegnamento di tecniche di vendita; Carnegie ha gettato le fondamenta per un approccio umano, autentico e centrato sul cliente, caratteristiche essenziali per eccellere nel mondo delle vendite. Relazioni interpersonali: il cuore delle vendite L'approccio distintivo di Dale Carnegie ruota attorno al potere delle relazioni interpersonali. Nel suo libro iconico, "How to Win Friends and Influence People," Carnegie delinea chiaramente come le connessioni umane siano la chiave del successo nelle vendite. I venditori che comprendono e applicano questo principio fondamentale scoprono che la fiducia e la lealtà dei clienti sono il fondamento di ogni transazione di successo. Comunicazione efficace: il pilastro dell'influenza Carnegie ha dedicato gran parte della sua carriera a insegnare l'arte della comunicazione efficace. Per i venditori saper trasmettere in modo chiaro e coinvolgente il valore dei propri prodotti o servizi è essenziale. I principi di Carnegie, basati sull'ascolto attivo e sulla capacità di far sentire importanti gli altri, sono strumenti potenti nel toolkit di qualsiasi venditore che aspira all'eccellenza. Gestione delle relazioni clienti: l'approccio empatico Un aspetto distintivo degli insegnamenti di Carnegie è la sua enfasi sull'empatia. Nei suoi scritti, Carnegie esorta i venditori a mettersi nei panni dei clienti, a comprendere le loro esigenze e a offrire soluzioni mirate. Questo approccio empatico non solo genera vendite immediate ma stabilisce anche le basi per relazioni durature e referenze positive. Leadership ispiratrice: un modo di essere, non solo di vendere Dale Carnegie ha promosso l'idea che un vero leader sia colui che ispira gli altri a dare il meglio di sé. I venditori che abbracciano questa filosofia diventano non solo portatori di prodotti o servizi ma anche leader che guidano i clienti verso soluzioni benefiche e vantaggiose. Adattamento al cambiamento: una necessità per la sopravvivenza commerciale Nel suo libro "How to Stop Worrying and Start Living," Carnegie affronta la gestione dello stress e l'adattamento al cambiamento. Queste sono competenze vitali nel mondo delle vendite, dove la flessibilità e la capacità di affrontare le sfide sono determinanti per il successo continuato. Le più famosi citazioni di Dale Carnegie che un venditore deve conoscere per districarsi nelle Relazioni Umane Credi nel tuo successo e lo avrai. Non criticare, condannare o lamentare. Interessati sinceramente degli altri. Mostrare apprezzamento onesto e sincero. Sii un buon ascoltatore e incoraggia gli altri a parlare di se stessi. Risveglia un desiderio ardente negli altri. Parla pensando a ciò che interessa agli altri. Ricorda che per chiunque, il loro nome è il suono più dolce e importante in qualsiasi lingua. Fai sentire importante l'altra persona e fallo sinceramente. Mostra rispetto per le opinioni degli altri, non dire mai che qualcuno ha torto. Se ti sbagli, ammettilo rapidamente e apertamente. Consenti all'altra persona di parlare di più. Cerca onestamente di vedere le cose dal punto di vista dell'altra persona. Mostra simpatia per le idee e i desideri degli altri. L'Eredità di Dale Carnegie nell'era digitale Nell'era digitale, le lezioni di Dale Carnegie rimangono più rilevanti che mai. Mentre la tecnologia continua a evolversi, le basi delle vendite - connessioni autentiche, comunicazione efficace, empatia - restano costanti. I venditori moderni, siano essi impegnati nella vendita online o offline, trovano nei principi di Carnegie una bussola affidabile per orientarsi nel labirinto delle relazioni commerciali. Da Dale Carnegie abbiamo ereditato un lascito intriso di empatia, intelligenza sociale e una profonda comprensione delle dinamiche umane. Per i venditori, la sua importanza risiede nella capacità di offrire non solo transazioni commerciali di successo, ma esperienze di vendita che costruiscono connessioni durature. Nel suo insegnamento, Carnegie offre una guida preziosa su come diventare non solo venditori di prodotti, ma partner nella soluzione di problemi, creando valore tangibile per i clienti e delineando un futuro luminoso per l'intera industria delle vendite. Libri fondamentali di Dale Carnegie 1. "How to Win Friends and Influence People" (1936) Questo libro è considerato il classico definitivo nel campo delle relazioni interpersonali e dell'influenza. Attraverso principi chiari e consigli pratici, Carnegie insegna come costruire relazioni significative, influenzare positivamente gli altri e avere successo nella vita personale e professionale. 2. "How to Stop Worrying and Start Living" (1948) Affrontando il tema universale dell'ansia e delle preoccupazioni, questo libro offre strategie pratiche per gestire lo stress e trovare la serenità nella vita quotidiana. Carnegie condivide storie ispiranti e suggerimenti per affrontare le sfide con resilienza. 3. "The Art of Public Speaking" (1926, postumo) Anche se pubblicato postumo, questo libro è una risorsa preziosa per coloro che desiderano affinare le proprie abilità di comunicazione pubblica. Basato sui suoi insegnamenti originali, offre consigli su come parlare con efficacia davanti a un pubblico. Se ti è piaciuto questo articolo e hai bisogno di un supporto specializzato contattaci , il nostro team commerciale è a tua disposizione per provare a studiare insieme a te un modello di recruiting in linea con le tue necessità e la tua cultura aziendale.

  • Dal cuore alla mente: il ruolo dell'umore nel comportamento d'acquisto

    Quando si parla di vendite, uno degli aspetti chiave che un consulente commerciale deve tenere sempre a fuoco è la comprensione del ruolo che le emozioni giocano nelle decisioni di acquisto. Non si tratta più solo di offrire un buon prodotto o servizio, ma di costruire un’esperienza che sappia coinvolgere e influenzare emotivamente il consumatore. Le neuroscienze e la psicologia del consumatore stanno infatti dimostrando come l'umore e le emozioni possano alterare significativamente il comportamento d'acquisto, influenzando la percezione di valore e l'urgenza della scelta. Avvalendoci degli assi di Russell, che analizzano il livello di attivazione e la valenza emozionale, riusciamo a notare come l’umore neutro sia il meno propizio agli acquisti. Al contrario, stati emotivi positivi e negativi, se ben canalizzati, possono rappresentare un terreno fertile per le strategie di vendita: gli stati negativi spingono i consumatori a ricercare un miglioramento emotivo, mentre quelli positivi favoriscono comportamenti esplorativi e gratificanti. Fattori fisiologici come fame, sete e stanchezza possono influire negativamente sulla percezione di un oggetto o una situazione, abbassando l’umore e riducendo la propensione all'acquisto. È per questo che, storicamente, i commercianti cercavano di creare ambienti confortevoli per i potenziali clienti, offrendo loro un contesto rilassante, come un posto comodo dove sorseggiare del tè. Stimolare l'attivazione è una questione di equilibrio: non sempre l'attivazione emotiva è infatti sinonimo di successo. Studi dimostrano che stimolare l'attivazione senza tener conto della piacevolezza può portare a risultati controproducenti. Da qui l'importanza di modulare gli stimoli in base al pubblico di riferimento. La psicologia del consumatore: un campo in evoluzione Negli ultimi anni, la psicologia del consumatore è diventata un punto di riferimento fondamentale per le strategie di marketing. I ricercatori hanno sviluppato nuovi parametri utili per comprendere le emozioni dei consumatori: Emotional usability : il grado di desiderabilità di un prodotto basato sulle sue qualità edoniche e di piacevolezza, oltre alle funzionalità tradizionali. Emotional utility : il divertimento derivante dall’utilizzo di un prodotto. Affect Intensity (AI) : l’intensità con cui un individuo reagisce emotivamente a uno stimolo pubblicitario. Questi parametri permettono di segmentare i consumatori in base alla loro sensibilità emotiva, ottimizzando così le strategie comunicative e gli stimoli da proporre. Ambiente e atmosfera: i dettagli che fanno la differenza Le caratteristiche ambientali, come il design e la disposizione degli spazi, i colori, i profumi e persino le condizioni meteorologiche, giocano un ruolo cruciale nel migliorare l’umore e, di conseguenza, le vendite. Il bel tempo, ad esempio, è noto per attivare comportamenti esplorativi, incentivando gli acquisti. Un elemento particolarmente influente è la musica. Studi scientifici evidenziano che: Una musica lenta, rispetto a una veloce, può prolungare la permanenza dei clienti in un locale, aumentando le consumazioni. Il cosiddetto “Effetto Mozart”  (Rauscher et al., 1995) suggerisce che ascoltare la musica di Mozart migliora temporaneamente le prestazioni cognitive, creando un contesto mentale più favorevole. La psicologia del consumatore sta rapidamente cambiando le regole del gioco nel mondo del business. Oggi, le emozioni non sono più semplicemente un aspetto da considerare marginalmente, ma rappresentano il cuore delle strategie di marketing più efficaci. Non è esagerato affermare che le emozioni stanno diventando veri e propri strumenti di business, capaci di trasformare una semplice transazione in un’esperienza memorabile. Ma perché questo cambiamento è così cruciale? In un mercato sempre più saturo, dove i prodotti e i servizi tendono a somigliarsi, la chiave per distinguersi non è solo offrire qualcosa di qualitativamente superiore, ma anche saper creare una connessione autentica con il cliente. È questa connessione emotiva a fare la differenza tra un’azienda che lascia il segno e una che rischia di essere dimenticata. Creare esperienze memorabili non è più un'opzione riservata alle aziende più grandi o ai brand di lusso: è una necessità per chiunque voglia sopravvivere e prosperare in un contesto economico in cui il consumatore è sempre più consapevole, informato ed esigente. In questo scenario, integrare conoscenze psicologiche e strumenti pratici diventa fondamentale. Dai colori e i profumi degli spazi fisici, all’interazione digitale sui social media, ogni punto di contatto con il cliente è un’opportunità per costruire un’esperienza che non solo soddisfi un bisogno, ma che sappia ispirare, coinvolgere e, soprattutto, emozionare. La sfida, per commercianti e aziende, non è solo vendere prodotti, ma creare connessioni emotive che fidelizzino il cliente. Che si tratti di progettare uno spazio di vendita, vendere un automobile o un servizio assicurativo, sviluppare una campagna pubblicitaria o creare un sito web, ogni dettaglio può fare la differenza. Dopotutto, come ci insegna la psicologia, il cuore e la mente lavorano insieme nelle scelte più importanti – compresi gli acquisti. Bibliografia, fonti e approfondimenti: Rauscher, F. H., Shaw, G. L., & Ky, K. N. (1995). Music and spatial task performance.  Nature, 365(6447), 611. Russell, J. A. (1980). A circumplex model of affect.  Journal of Personality and Social Psychology, 39(6), 1161. Kotler, P. (1973). Atmospherics as a marketing tool.  Journal of Retailing, 49(4), 48-64. Se ti è piaciuto questo articolo e hai bisogno di un supporto specializzato contattaci , il nostro team commerciale è a tua disposizione per provare a studiare insieme a te un modello di recruiting in linea con le tue necessità e la tua cultura aziendale.

  • Frank Bettger: Il venditore che ha conquistato il mondo... una vendita alla volta

    I Giganti della Vendita   è la nostra rubrica in cui ripercorriamo storie, vite ed aneddoti delle personalità che hanno segnato in positivo il mondo delle vendite, in Italia oppure all'estero. Dal fallimento al successo: la storia di un venditore nato Chiunque abbia mai sfogliato un libro sulle vendite ha incontrato il nome di Frank Bettger. Ma chi era davvero quest'uomo che, da umili origini, è diventato una leggenda nel mondo del business? Frank Bettger è principalmente noto per essere stato un venditore di assicurazioni. Nonostante il suo successo sia stato talmente ampio da farlo diventare un simbolo del venditore di successo a tutto tondo, la sua esperienza professionale si è concentrata in gran parte nel settore delle assicurazioni. È proprio grazie alla sua esperienza in questo campo che ha potuto sviluppare le tecniche e le strategie che ha poi condiviso nel suo libro di successo, "Come si diventa un venditore meraviglioso". Un inizio difficile Nato in una famiglia povera, Bettger ha dovuto lottare sin da giovane. I primi lavori erano duri e mal pagati, e le sue ambizioni di diventare un grande venditore sembravano destinate a rimanere solo un sogno. I rifiuti dei clienti si susseguivano, e la sua autostima ne risentiva profondamente. L'incontro che cambiò tutto Fu durante uno di questi periodi bui che Bettger incontrò un venditore esperto che gli diede un consiglio che gli cambiò la vita: " Frank, il problema non sei tu, ma il tuo modo di vendere ". Questa frase fu come una doccia fredda, ma allo stesso tempo aprì gli occhi a Bettger su una nuova possibilità. La svolta: ascoltare e comprendere Da quel momento, Bettger iniziò a studiare a fondo le tecniche di vendita.  Scoprì che il segreto del successo non stava tanto nel parlare, ma nell'ascoltare.  Iniziò a porre domande ai suoi potenziali clienti, cercando di capire i loro bisogni e le loro paure. E fu proprio questa capacità di mettersi nei panni degli altri che gli permise di chiudere le prime vendite importanti. Perché le assicurazioni? Il settore assicurativo, soprattutto ai tempi di Bettger, richiedeva una forte capacità relazionale, la capacità di costruire fiducia e di spiegare concetti complessi a un pubblico spesso poco preparato. Queste caratteristiche hanno reso Bettger un venditore particolarmente efficace in questo settore, ma le sue tecniche possono essere applicate con successo in qualsiasi ambito commerciale. Cosa rendeva Bettger così speciale? Focus sul cliente:  Bettger ha sempre messo al centro delle sue vendite il cliente e i suoi bisogni. Relazioni durature:  Credeva nella costruzione di rapporti di fiducia a lungo termine con i clienti. Perseveranza:  Non si arrendeva mai di fronte alle difficoltà e credeva fermamente nel potere della positività. Capacità di comunicare:  Era un eccellente comunicatore, in grado di spiegare anche i concetti più complessi in modo semplice e chiaro. Un aneddoto curioso Si racconta che, durante una presentazione, Bettger si accorse che un potenziale cliente era distratto da una macchia sulla sua giacca. Senza esitare, si scusò e si allontanò per cambiarsi. Quando tornò, il cliente era sorpreso e ammirato dalla sua professionalità. La vendita fu chiusa in pochi minuti. Lezioni indimenticabili Bettger ci ha lasciato un'eredità preziosa, racchiusa nelle pagine del suo libro "Come si diventa un venditore meraviglioso". Tra le sue lezioni più importanti ricordiamo: L'importanza dell'atteggiamento positivo:  Un sorriso e una parola gentile possono fare la differenza. La necessità di costruire relazioni:  I clienti non comprano solo prodotti, ma anche persone. La perseveranza:  Non mollare mai, anche di fronte alle difficoltà. La continua formazione:  Il mondo delle vendite è in continua evoluzione, bisogna sempre aggiornarsi. Citazioni che hanno fatto la storia "Il successo non è casuale, è una scelta." "La vendita è un servizio. Il venditore è un servitore." "La paura è il più grande ostacolo alla vendita." Frank Bettger è stato un pioniere nel campo delle vendite. La sua storia ci insegna che, con la giusta determinazione e la giusta mentalità, è possibile superare qualsiasi ostacolo e raggiungere il successo. Le sue lezioni sono ancora oggi attuali e possono essere applicate a qualsiasi ambito della vita. Se ti è piaciuto questo articolo e hai bisogno di un supporto specializzato contattaci , il nostro team commerciale è a tua disposizione per provare a studiare insieme a te un modello di recruiting in linea con le tue necessità e la tua cultura aziendale.

  • Contributi Enasarco e FIRR: guida alla dichiarazione annuale per agenti e aziende

    ⭕ Obbligo di Comunicazione Annuale entro il 30 Aprile In base agli Accordi Economici Collettivi (AEC) del settore Commercio del 16 febbraio 2009 e del settore Industria del 30 luglio 2014, le aziende mandanti sono tenute a fornire agli agenti di commercio, entro il 30 aprile di ogni anno, una certificazione dettagliata relativa ai contributi versati al fondo di previdenza Enasarco e alle somme accantonate presso il Fondo Indennità Risoluzione Rapporto (FIRR) per l'anno precedente. Questa documentazione è essenziale per garantire la trasparenza e la correttezza nei rapporti tra mandante e agente, nonché per consentire all'agente una corretta gestione fiscale e previdenziale.​ ⭕ Dettagli sui Contributi Previdenziali Enasarco L'aliquota contributiva Enasarco è fissata al 17% delle provvigioni percepite dall'agente, suddivisa equamente tra mandante e agente, ciascuno responsabile per l'8,5%. Questi contributi sono obbligatori e servono a garantire una pensione integrativa per l'agente al termine della sua carriera lavorativa. Per l'anno 2025, gli importi dei massimali provvigionali e dei minimali contributivi sono stati aggiornati come segue: Tipo di agente Minimale contributivo annuo Massimale provvigionale annuo Plurimandatario € 507,00 € 30.057,00 Monomandatario € 1.011,00 € 45.085,00 Agente Plurimandatario : Massimale Provvigionale Annuo : 30.057 euro, corrispondente a un contributo massimo di 5.109,69 euro. Minimale Contributivo Annuo : 507 euro, pari a 126,75 euro per trimestre.​ Agente Monomandatario : Massimale Provvigionale Annuo : 45.085 euro, corrispondente a un contributo massimo di 7.664,45 euro. Minimale Contributivo Annuo : 1.011 euro, pari a 252,75 euro per trimestre.​ È importante notare che il minimale contributivo è dovuto solo se l'agente ha maturato provvigioni nel corso dell'anno. In caso di totale assenza di provvigioni, il minimale non è richiesto. Inoltre, il massimale provvigionale non è frazionabile e si applica per ciascun rapporto di agenzia.  ⭕ Fondo Indennità Risoluzione Rapporto (FIRR) Il FIRR rappresenta un accantonamento annuale obbligatorio che le aziende mandanti devono effettuare a favore degli agenti, calcolato sulle provvigioni maturate.  Le aliquote di accantonamento sono determinate come segue:​ Agenti Monomandatari : 4% sulle provvigioni fino a 12.395 euro annui.​ 2% sulla quota delle provvigioni tra 12.395 e 18.592 euro annui.​ 1% sulla quota delle provvigioni oltre 18.592 euro annui. Agenti Plurimandatari : 4% sulle provvigioni fino a 6.198 euro annui.​ 2% sulla quota delle provvigioni tra 6.198 e 9.296 euro annui.​ 1% sulla quota delle provvigioni oltre 9.296 euro annui.​ Ad esempio, per un agente plurimandatario con provvigioni annue di € 11.000, il calcolo sarebbe: 4% di € 6.200,00 = € 248,00​ 2% di € 3.100,00 = € 62,00​ 1% di € 1.700,00 = € 17,00​ Totale FIRR : € 327,00​ Questi accantonamenti vengono versati dalla mandante alla Fondazione Enasarco entro il 31 marzo dell'anno successivo a quello di riferimento. Alla cessazione del rapporto di agenzia, le somme accantonate nel FIRR vengono liquidate direttamente all'agente da Enasarco. È consigliabile che l'agente verifichi periodicamente gli accantonamenti effettuati accedendo alla propria area riservata sul sito di Enasarco, per assicurarsi che le somme siano state correttamente versate e registrate. ⭕ Aspetti Fiscali e Deduzioni Dal punto di vista fiscale, la certificazione rilasciata dalla mandante è fondamentale per l'agente, poiché consente di dedurre dal reddito d'impresa l'8,5% dei contributi previdenziali Enasarco trattenuti dalle fatture provvigionali. Questa deduzione contribuisce a ridurre l'imponibile fiscale dell'agente, con conseguenti benefici in termini di imposte dovute. Pertanto, è essenziale conservare accuratamente questa documentazione e, se necessario, consultare un consulente fiscale per una corretta gestione delle deduzioni.​ ✅ Riferimenti Normativi Articolo 16 dell'AEC Industria del 30 luglio 2014.​ Articolo 17 dell'AEC Commercio del 16 febbraio 2009.​ Questi articoli disciplinano gli obblighi delle aziende mandanti in merito alla comunicazione e al versamento dei contributi previdenziali e degli accantonamenti al FIRR, stabilendo le modalità e i termini per garantire la tutela previdenziale e economica degli agenti di commercio.​ Se ti è piaciuto questo articolo e hai bisogno di un supporto specializzato contattaci , il nostro team commerciale è a tua disposizione per provare a studiare insieme a te un modello di recruiting in linea con le tue necessità e la tua cultura aziendale.

  • La Mucca Viola: Non essere una pecora nel gregge!

    Tecniche di Business è la nostra rubrica in cui vi parliamo e recensiamo i grandi classici delle tecniche di vendita, senza dimenticare le nuove pubblicazioni che ci possono offrire spunti e modelli alternativi per creare business redditizi. Seth Godin e la rivoluzione del marketing In un mondo saturo di prodotti e servizi, come si fa a farsi notare? Seth Godin, nel suo celebre libro "La mucca viola", ci invita a smettere di essere "marroni" e a diventare "viola". Ma cosa significa esattamente? La metafora della mucca viola Immagina un pascolo pieno di mucche marroni. All'improvviso, compare una mucca viola. È impossibile non notarla, vero? Ecco, la tua azienda, il tuo prodotto o il tuo servizio devono essere quella mucca viola. Devono distinguersi dalla massa, essere memorabili, creare un impatto. Perché "La mucca viola" è ancora attuale? Pubblicato nel 2002, questo libro potrebbe sembrare datato, ma i suoi principi sono più rilevanti che mai. In un'epoca dominata dal digital marketing e dalla sovrabbondanza di informazioni, essere memorabili è diventato un imperativo. Ecco perché "La mucca viola" continua a essere una lettura indispensabile: L'attenzione è una risorsa scarsa:  Con l'avvento dei social media e dei dispositivi mobili, la nostra attenzione è continuamente sollecitata. Solo ciò che è veramente interessante e originale riesce a catturare il nostro sguardo. La personalizzazione è la chiave:  I consumatori di oggi cercano esperienze uniche e personalizzate. La mucca viola rappresenta l'opportunità di creare un legame emotivo con il cliente, andando oltre la semplice transazione. La storia conta più del prodotto:  Le persone non comprano solo prodotti, ma anche le storie che li accompagnano. La mucca viola è un invito a costruire un brand con una narrativa forte e coinvolgente. Cosa rende una mucca viola? Rilevanza:  In un mondo sovraccarico di informazioni, solo ciò che è rilevante e memorabile viene notato. Differenziazione:  Essere diversi è fondamentale per attirare l'attenzione e fidelizzare i clienti. Emozione:  La mucca viola suscita curiosità, interesse, a volte anche stupore. E le emozioni sono potenti strumenti di vendita. Connessione:  Una mucca viola crea una connessione emotiva con il pubblico, un legame che va oltre il semplice prodotto. Come applicare i concetti della mucca viola al mondo delle vendite Identificare il proprio valore aggiunto:  Qual è la caratteristica che rende la tua offerta unica? Costruire un brand forte:  Sviluppa un'identità visiva e un linguaggio che ti distinguano dalla concorrenza. Creare contenuti di valore:  Offri informazioni utili e interessanti al tuo pubblico, non solo messaggi promozionali. Coinvolgere la tua community:  Interagisci con i tuoi clienti, crea una relazione autentica. Misurare i risultati:  Utilizza gli strumenti giusti per monitorare l'impatto delle tue azioni e apportare eventuali modifiche. Critiche e sfumature Nonostante la sua popolarità, "La mucca viola" ha ricevuto anche alcune critiche. Alcuni sostengono che il concetto di mucca viola sia troppo semplicistico e che non offra soluzioni concrete per tutte le aziende. Altri sottolineano che essere diversi può essere rischioso e che non sempre è garanzia di successo. "La mucca viola" è un libro che invita alla riflessione e all'azione. È uno strumento prezioso per chiunque voglia distinguersi in un mercato sempre più competitivo. Tuttavia, è importante ricordare che essere una mucca viola richiede impegno, creatività e una profonda conoscenza del proprio pubblico. Cosa possiamo imparare da questo libro? Smetti di inseguire la massa:  Non cercare di essere come tutti gli altri. Trova la tua unicità e valorizzala. Innova continuamente:  Il mondo cambia in fretta, e tu devi essere pronto a cambiare con lui. Racconta una storia:  Le persone non comprano prodotti, comprano storie. Crea una narrativa intorno al tuo marchio che sia in grado di emozionare. Sii audace:  Avere successo significa uscire dalla propria comfort zone e osare. Citazioni da ricordare: "La mucca viola non è una funzione di marketing cui ricorrere a prodotto finito. La mucca viola è qualcosa di fenomenale, inatteso, entusiasmante e assolutamente incredibile che è dentro il prodotto. C’è o non c’è. Punto." "Il marketing tradizionale non funziona più. Le persone sono bombardate da migliaia di messaggi ogni giorno e tendono a ignorarli." "La mucca viola non è per tutti. È per coloro che vogliono fare la differenza." Perché la Mucca Viola è un libro consigliato ad un venditore che vuole migliorare il proprio posizionamento sul mercato. "La mucca viola" è un libro che ti costringerà a ripensare il tuo approccio al marketing e alle vendite. Godin ci offre una guida pratica e ispirante per creare prodotti e servizi che lascino un segno indelebile nel cuore dei consumatori. È una lettura obbligatoria per chiunque voglia distinguersi dalla massa e raggiungere il successo. Essere una mucca viola non è solo una questione estetica, è un modo di pensare, di agire, di creare. È un invito a uscire dagli schemi, a osare, a essere memorabili. Se vuoi fare la differenza nel tuo settore, "La mucca viola" è il libro che fa per te. Cosa ne pensi?  Hai già letto questo libro? Quali sono le tue idee per diventare una "mucca viola" nel tuo campo? Condividi i tuoi pensieri nei commenti! #lamuccaviola #sethgodin #marketing #vendita #innovazione

  • Partite IVA 2025: novità sul regime forfettario e bonus da 3.000 Euro

    Il 2025 porta con sé importanti cambiamenti per i titolari di Partita IVA in Italia, in particolare riguardo al regime forfettario e all'introduzione di un nuovo bonus contributivo. Regime Forfettario: Modifiche alle Soglie di Reddito La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una modifica significativa al regime forfettario, innalzando la soglia di reddito da lavoro dipendente e assimilato da 30.000 a 35.000 euro. Questo significa che i contribuenti che nel 2024 hanno percepito redditi di lavoro dipendente o assimilati fino a 35.000 euro potranno accedere o mantenere il regime forfettario nel 2025. Tuttavia, questa modifica ha validità limitata al solo anno d'imposta 2024, con effetti sul 2025; salvo ulteriori interventi legislativi, la soglia tornerà a 30.000 euro negli anni successivi. Inoltre, il limite dei ricavi o compensi per poter operare in regime forfettario rimane invariato a 85.000 euro. È importante notare che, per le nuove aperture di Partita IVA, questo limite viene riproporzionato in base alla data di inizio attività. Bonus da 3.000 Euro per le Lavoratrici Madri Autonome Un'altra novità rilevante riguarda l'introduzione di un esonero contributivo per le lavoratrici madri autonome. La misura prevede una riduzione della contribuzione previdenziale obbligatoria fino a un massimo di 3.000 euro annui. Per beneficiare dell'esonero, le lavoratrici devono avere un reddito imponibile previdenziale inferiore a 40.000 euro. È importante sottolineare che le lavoratrici aderenti al regime forfettario sono escluse da questo beneficio. L'importanza di queste nuove incentivazioni Queste modifiche rappresentano un passo significativo verso il sostegno e l'incentivazione delle attività autonome in Italia. Tuttavia, è fondamentale che i professionisti e le lavoratrici autonome valutino attentamente la propria situazione fiscale e previdenziale per comprendere appieno l'impatto di queste novità e sfruttare al meglio le opportunità offerte. Oltre alle modifiche legislative, è necessario considerare anche le implicazioni pratiche. Ad esempio, l'aumento della soglia per il regime forfettario potrebbe incentivare molti professionisti ad aprire una Partita IVA, ma occorre tenere conto dei costi associati, come le spese di gestione e le eventuali consulenze fiscali. Allo stesso modo, il bonus per le lavoratrici madri è un segnale positivo per supportare la conciliazione tra vita lavorativa e familiare, ma potrebbe essere necessario ampliarne la portata per includere anche chi opera in regime forfettario. Infine, resta centrale la necessità di monitorare costantemente le normative in evoluzione e di affidarsi a consulenti esperti per evitare errori o omissioni che potrebbero comportare sanzioni. Il 2025 sarà un anno importante per le Partite IVA in Italia dopo un quadriennio passato sulle montagne russe: comprendere le opportunità e i rischi è il primo passo per affrontare con successo le sfide del mercato. Per informazioni più dettagliate e aggiornamenti, si consiglia di consultare fonti ufficiali o di rivolgersi a un consulente fiscale di fiducia. Se ti è piaciuto questo articolo e hai bisogno di un supporto specializzato contattaci , il nostro team commerciale è a tua disposizione per provare a studiare insieme a te un modello di recruiting in linea con le tue necessità e la tua cultura aziendale.

  • Enasarco 2025: aggiornati minimali contributivi e massimali provvigionali per gli agenti di commercio

    La Fondazione Enasarco ha recentemente aggiornato, come di consueto, gli importi dei minimali contributivi e dei massimali provvigionali per l'anno 2025, tenendo conto dell'indice generale Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI). Minimale Contributivo Il minimale contributivo annuo rappresenta l'importo minimo che deve essere versato per ciascun rapporto di agenzia in cui l'agente abbia maturato provvigioni durante l'anno. Se, invece, il rapporto di agenzia risulta completamente improduttivo nel corso dell'anno solare, il minimale non è dovuto. Massimale Provvigionale Il massimale provvigionale annuo indica la soglia massima delle provvigioni oltre la quale non è possibile effettuare ulteriori versamenti previdenziali per un agente. Superato questo limite, le provvigioni eccedenti non sono soggette a contribuzione Enasarco. Importi Aggiornati per il 2025 A partire dal 1° gennaio 2025, gli importi dei minimali e massimali sono così determinati: Agente Plurimandatario : Minimale contributivo annuo per ciascun rapporto di agenzia: €507. Massimale provvigionale annuo per ciascun rapporto di agenzia: €30.057. Agente Monomandatario : Minimale contributivo annuo per ciascun rapporto di agenzia: €1.011. Massimale provvigionale annuo per ciascun rapporto di agenzia: €45.085. Questi importi sono stati aggiornati dalla Fondazione Enasarco a seguito della pubblicazione, da parte dell'Istat, del tasso di variazione annua dell'indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Aliquota Contributiva L'aliquota contributiva rimane invariata al 17%, suddivisa equamente tra la ditta mandante (8,5%) e l'agente (8,5%). Per gli agenti operanti in forma di società di capitali, le aliquote contributive per il 2025 sono le seguenti: Scaglioni Provvigionali (€) Aliquota Contributiva Quota Preponente Quota Agente Fino a 13.000.000 4% 3% 1% Da 13.000.001 a 20.000.000 2% 1,5% 0,5% Da 20.000.001 a 26.000.000 1% 0,75% 0,25% Oltre 26.000.001 0,5% 0,3% 0,2% Scadenze per i Versamenti Si ricorda che il termine ultimo per effettuare i versamenti dei contributi Enasarco relativi al quarto trimestre 2024 è fissato al 20 febbraio 2025. Le successive scadenze per il 2025 sono: 20 maggio 2025 : per i mesi di gennaio, febbraio e marzo. 20 agosto 2025 : per i mesi di aprile, maggio e giugno. 20 novembre 2025 : per i mesi di luglio, agosto e settembre. È fondamentale per gli agenti e le ditte mandanti tenere in considerazione questi parametri e rispettare le scadenze per garantire una corretta contribuzione e assicurarsi una pensione adeguata. Se ti è piaciuto questo articolo e hai bisogno di un supporto specializzato contattaci , il nostro team commerciale è a tua disposizione per provare a studiare insieme a te un modello di recruiting in linea con le tue necessità e la tua cultura aziendale.

  • Polizza per Rischi Catastrofali dal 1° aprile 2025 – Contributo Enasarco

    Ultimi giorni per adeguarsi. La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto un’importante novità per tutte le imprese iscritte nel Registro delle Imprese, inclusi gli agenti di commercio: l’obbligo di stipulare, entro il 31 marzo 2025, una polizza assicurativa per coprire i danni alle immobilizzazioni materiali causati da calamità naturali ed eventi catastrofali, quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. L’obiettivo è quello di incentivare la prevenzione e la protezione del tessuto economico nazionale da eventi sempre più frequenti e devastanti. Quali beni devono essere assicurati? L’obbligo assicurativo riguarda esclusivamente determinate tipologie di beni strumentali all’attività d’impresa, ovvero: Terreni e fabbricati  (purché privi di abusi edilizi); Impianti e macchinari ; Attrezzature industriali e commerciali . Sono invece esclusi dalla copertura obbligatoria i cosiddetti "altri beni", tra cui mobili e arredi, macchine d’ufficio, automezzi, nonché materie prime, prodotti finiti e merci (magazzino). L’impatto sugli Agenti di Commercio Un aspetto importante per gli Agenti di Commercio è che l’obbligo assicurativo riguarda solo coloro che utilizzano immobili per la propria attività . Chi lavora senza un ufficio fisico o utilizza esclusivamente la propria abitazione non è tenuto a stipulare alcuna polizza. In altre parole, se il professionista usa una stanza della propria casa come ufficio, non è obbligato ad assicurarla. Una particolarità della normativa è che non prevede sanzioni dirette per chi non si adegua all’obbligo assicurativo. Tuttavia, chi non sottoscrive la polizza perde il diritto ad accedere a contributi, sovvenzioni e agevolazioni pubbliche, comprese quelle erogate in caso di calamità. Questo significa che, in caso di evento disastroso, le aziende e i professionisti inadempienti non potranno contare su alcun sostegno economico dallo Stato. Il supporto di Enasarco Per favorire l’adesione all’obbligo assicurativo, la Fondazione Enasarco ha previsto un contributo pari al 100% della spesa sostenuta, fino a un massimo di 500 euro , per tutti gli iscritti che nel 2025 sottoscriveranno un contratto assicurativo per proteggere i propri beni da eventi catastrofali. Questo incentivo rappresenta un aiuto concreto per gli agenti di commercio che intendono mettersi in regola senza gravare eccessivamente sul proprio bilancio. Un trend globale: proteggere il patrimonio d’impresa L’introduzione di questa polizza obbligatoria si inserisce in un quadro più ampio di crescente attenzione alla gestione del rischio. Secondo i dati più recenti, nel 2024 le catastrofi naturali hanno generato perdite economiche globali per 320 miliardi di dollari , di cui solo 140 miliardi coperti da assicurazioni . Questo evidenzia quanto sia cruciale dotarsi di strumenti di protezione adeguati per evitare che eventi imprevedibili possano mettere in ginocchio un’attività. Se ti è piaciuto questo articolo e hai bisogno di un supporto specializzato contattaci , il nostro team commerciale è a tua disposizione per provare a studiare insieme a te un modello di recruiting in linea con le tue necessità e la tua cultura aziendale.

  • Meno soldi, meno crescita: l’effetto domino dei bassi salari in Italia

    Negli ultimi trent'anni, l'Italia ha assistito a una preoccupante diminuzione dei salari reali, una tendenza che la distingue negativamente nel panorama europeo.  Secondo l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), tra il 1990 e il 2020, i salari reali italiani sono calati del 2,9%, rendendo l'Italia l'unico paese dell'Unione Europea a registrare una contrazione in questo periodo. Questo trend viene evidenziato anche dal Rapporto mondiale sui salari dell'Ilo pubblicato in questi giorni, dove leggiamo che salari reali in Italia sono inferiori di 8,7 punti rispetto a quelli del 2008. L'Italia si distingue, si legge, per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo con salari reali inferiori a quelli del 2008. La crescita dei salari reali che si è determinata nel 2024 non è stata sufficiente a compensare le perdite salariali subite durante il periodo di alta inflazione. È il risultato peggiore di tutti i Paesi del G20. Nel frattempo, l’inflazione ha eroso ulteriormente i redditi, con un picco nel 2022 che ha portato i prezzi a livelli record, colpendo soprattutto le fasce più deboli. Confronto internazionale: l'Italia in ritardo Tra il 2008 e il 2022, mentre la Germania ha registrato una crescita salariale del 12% e l'Ungheria addirittura del 72%, l'Italia ha subito una contrazione del 12%, superata in negativo solo dalla Spagna con un calo del 6%. Questa stagnazione si traduce in un impoverimento del nostro potere d'acquisto: ad esempio, se nel 2013 un lavoratore italiano e uno tedesco guadagnavano entrambi 1.000 euro al mese, oggi il lavoratore tedesco percepirebbe circa 1.350 euro, mentre quello italiano circa 1.150 euro.  In termini di potere d'acquisto, il lavoratore tedesco avrebbe un aumento di quasi il 6%, mentre quello italiano subirebbe una diminuzione di oltre il 4%.  Cause del declino salariale: produttività e investimenti Una delle principali cause di questa tendenza è la scarsa crescita della produttività del lavoro.  Negli ultimi vent'anni, la produttività in Italia è aumentata poco, influenzando negativamente la crescita dei salari reali.   Dal 1991 al 2022, i salari reali in Italia sono aumentati solo dell'1%, a fronte di una crescita media del 32,5% nell'area OCSE. Questa discrepanza è strettamente legata alla bassa crescita della produttività nel Paese.  Inoltre, l'erosione dei margini di profitto delle imprese ha scoraggiato gli investimenti, indebolendo ulteriormente la crescita economica.  Dall'inizio degli anni 2000, l'incremento delle retribuzioni ha aumentato la quota del valore aggiunto destinata al lavoro, raggiungendo nel settore manifatturiero il 74,3% nel 2014, un livello simile ai picchi storici degli anni '70. Conseguenze sociali ed economiche Il calo dei salari reali ha avuto ripercussioni significative sul potere d'acquisto delle famiglie italiane, aumentando il rischio di povertà e riducendo la capacità di spesa. Questa situazione ha contribuito a una stagnazione economica, con una domanda interna debole e una crescita limitata.  Come evidenziato da Tommaso Monacelli, professore di Macroeconomia all'Università Bocconi di Milano, i bassi salari sono indicativi di un malessere profondo dell'economia italiana. Il declino dei salari reali in Italia non è un fenomeno isolato, ma il risultato di decenni di stagnazione economica, produttività in calo e riforme del lavoro insufficienti. Le aziende faticano ad aumentare i salari a causa della pressione fiscale, tra le più alte d’Europa, e di un mercato del lavoro sempre più precario. Secondo l’ISTAT, oltre il 30% dei contratti è a tempo determinato, mentre la percentuale di lavoratori poveri è passata dal 10% al 13% nell’ultimo decennio. La vera sfida per il governo e le imprese sarà invertire questa tendenza. Politiche di crescita, incentivi per l’innovazione e investimenti nella formazione potrebbero essere le chiavi per rilanciare i salari e ridurre il divario con il resto d’Europa. Senza interventi strutturali, l’Italia rischia di rimanere intrappolata in un circolo vizioso di bassa crescita, bassi stipendi e scarsa competitività. La domanda che resta aperta è: chi si farà carico di questa sfida e con quali strumenti? Il tempo per agire si sta esaurendo. Se ti è piaciuto questo articolo e hai bisogno di un supporto specializzato contattaci , il nostro team commerciale è a tua disposizione per provare a studiare insieme a te un modello di recruiting in linea con le tue necessità e la tua cultura aziendale.

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