Le #interviste di A&B: l'e-learning e l'innovazione al cambiamento.
Aggiornamento: 30 set 2020
Le #interviste di A&B sono il nostro spazio di approfondimento in cui ospitare interventi, opinioni, pensieri e punti di vista di autorevoli esponenti del mercato sales, formativo e del marketing italiano che ci aiuteranno a comprendere le nuove dinamiche e gli scenari che attenderanno, nel prossimo futuro, i commerciali e le loro mandanti.

In questa occasione abbiamo il piacere di confrontarci con Michele Di Blasio, Co-Founder di Lacerba.io sull'importanza della #formazionedigitale e dell'e-learning per un professionista in questo particolare periodo storico
Buona lettura!
Ciao Michele. Come è nata l'idea di Lacerba e cosa vi ha portato a puntare
sull'e-learning?
Lacerba è nata qualche anno fa perché volevamo sopperire ad una mancanza che c'era sul mercato italiano di portali che offrissero formazione in modalità e-learning, con una struttura pensata per l'e-learning e il continuous learning: oggi si parla molto di formazione continua, che ha una serie di peculiarità tali per cui non deve essere solamente trasposto online un contenuto offline ma deve essere adattato nel modello, nel formato, nella sua efficacia formativa.
Abbiamo fatto con i miei soci alcune analisi e vedevano una difficoltà nella community italiana nel trovare accesso a determinati contenuti, soprattutto quelli tecnici perché spesso quando si va a studiare un contenuto tecnico, e si parte da zero, farlo in una lingua diversa dalla propria è complesso; da li è partito il progetto di Lacerba.
So che definisci la tua società come una scuola online di competenze digitali. Ci spieghi meglio?
Ci definiamo scuola perché non siamo un marketplace dove chiunque carica un contenuto ma siamo dei produttori di contenuti.
Selezioniamo professionisti che abbiano esperienza pratica nel settore che vanno a coprire, li portiamo nel nostro studio di produzione e realizziamo un prodotto che è curato nel minimo dettaglio, non solo sotto il punto di vista del contenuto ma del formato e della qualità audio e video che oramai è sempre più importante per mantenere un'attenzione viva da parte di colui che sta fruendo il tuo corso.
Generalmente, se la formazione online che le aziende conoscono in Italia è, ad esempio, un corso sulla sicurezza con una slide fissa e la voce fuori campo, noi cerchiamo di distanziarci in maniera netta da quel tipo di contenuto.
Lacerba si è inserita in un mercato dove si muovono grosse realtà di formazione on-line; in che modo si differenzia la vostra offerta formativa?
I grossi competitor di Lacerba sono aziende internazionali.
Anche se i nostri punti di riferimento sul mercato sono aziende principalmente statunitensi, o comunque colossi che si muovono in un contesto globale, Lacerba ha deciso invece a lavorare a livello local proprio per andare ad offrire un valore aggiunto non solo, come dicevamo prima, per un banale discorso di lingua ma soprattutto per un discorso di efficacia di ciò che viene spiegato.
Il digital ad esempio ha una sua localizzazione nei mercati in cui viene applicato, quindi il nostro obiettivo è stato quello di portare una formazione che potesse essere coerente con le sfide che le persone, e le aziende, affrontano in Italia, con casi studio, esercitazioni e lezioni che fossero vicini alla loro realtà e per far percepire che questi strumenti non funzionano soltanto negli USA ma sono sfruttabili al 100% anche dai nostri professionisti in Italia.
A proposito di nuovi strumenti utilizzabili, questi ultimi tre mesi ci hanno costretto a rivedere molto paradigmi che ormai davamo per assodati, integrando - ad esempio - lo smart working nella nostra vita lavorativa. Cosa abbiamo imparato in questo periodo?
Questi mesi sono stati secondo me una grossa opportunità.

Per tante persone questo periodo è stato come una sorta di epifania digitale il fatto di scoprire come in alcuni casi si possa - e in alcuni casi sia anche più efficace - organizzare il proprio tempo e il proprio lavoro in remoto, sfruttando canali che si dava per assodato fossero poco efficaci o molto difficili da utilizzare.
E' molto importante secondo me al giorno di oggi il concetto di tempo e il digitale ci aiuta a recuperare l'unica risorsa che non possiamo comprare in natura che è appunto la nostra disponibilità oraria ad affrontare la vita.
Secondo me la sfida che ci attende nei prossimi mesi sarà quella di capire che non è stato il digitale a portarci questi benefici ma è stato il cambiamento di mindset che abbiamo dovuto affrontare in questi mesi a permetterci di fare un salto di qualità forzandoci ad un cambiamento verso la sperimentazione, l'innovazione e la creazione di modelli, a livello di team, molto più orizzontali.
Ovviamente il digitale è il mezzo preferito in questo periodo per accelerare i processi ed efficientarli ma non è sicuramente l'unico: la cosa importante è avere una mentalità aperta al cambiamento, alla valutazione di nuove opportunità e di nuovi rischi e che ti renda in grado di capire cosa è bene e cosa è male per il tuo lavoro.
Questo cambiamento di mindset secondo te si scontra con un problema di cultura digitale in Italia?
Sicuramente in Italia c'è un problema di cultura digitale ma, ancor di più, di cultura all'innovazione. Ci sono infatti delle resistenze al cambiamento che fanno si che si percepisca come troppo elevato il costo di apprendimento di queste nuove tecnologie e questo frena molto l'azienda nell'innovare i propri processi e la propria efficienza soprattutto quando c'è una tendenza nel vivere nello status quo.
Come dicevamo prima in questo periodo in cui siamo stati costretti ad affrontare queste sfide ci siamo resi conto che "i perché" che stanno dietro a questi mezzi sono reali e riguardano aspetti tangibili delle nostre vite.
Io credo che vi sia da lavorare molto nell'instaurare nuove competenze digitali, non tanto di natura hard, piuttosto cercando di affiancarle a delle forti competenze soft di apprendimento, che ci aiutino a comprendere come il digital ci possa far crescere più velocemente.
Il digital e l'innovazione digitale saranno quindi i punti di ripartenza per le nostre PMI?
Io vedo l'innovazione digitale come un punto di passaggio obbligato per tutte le aziende nel prossimo futuro, reso necessario dal fatto che un mercato che si evolve velocemente, sempre più globale e competitivo, vince facilmente quando trova un mercato troppo lento e passivo.
Come ti dicevo, secondo me in questo momento bisogna investire in competenze più che nelle tecnologie, che vengono superate continuativamente.
Bisogna investire nell'allenare la propria capacità nell'apprendere e nel discernere: io non sono un sostenitore del fatto che il cambiamento sia sempre un bene, e l'innovazione sia sempre verso il meglio, il problema è che spesso manca la capacità di rendersi conto se siamo di fronte ad un'opportunità o ad una minaccia.
Credo che l'Italia debba assolutamente investire tanto nell'accrescimento delle competenze perché, a differenza di tanti altri Paesi, la nostra capacità di affrontare il problem solving, il decision making, la creatività, sono qualità già presenti nella tipologia di lavoro che facciamo quotidianamente; se saremo capaci di integrare tutto questo trovando un modo per sfruttare le nuove competenze, attraverso canali più efficienti, credo che l'Italia non abbia nulla per non riuscire a competere, sia internamente che esternamente sul mercato globale.
Efficientare i processi significa anche utilizzare meglio le risorse.
L'innovazione al digitale non sarà sicuramente la soluzione a tutti i mali ma può essere un buon modo per creare nuove opportunità abbattendo lo spreco di risorse: il secondo grande tema che ci può dare una progettazione più lean e più agile è quella di testare i mercati senza sprecare risorse, che magari in questo momento particolare non abbiamo o che comportano rischi troppo elevati in termini di business.
I tuoi corsisti sono piuttosto eterogenei; immagino che tra loro ci siano anche venditori e personale commerciale.
Noi abbiamo in piattaforma più di 30.000 studenti, ovviamente il pubblico è molto eterogeneo.
Abbiamo molti corsisti che appartengono al mondo sales e delle vendite e che accedono a Lacerba per coprire diverse necessità.
Io prima parlavo di competenze soft ma allo stesso tempo altre competenze importanti sono quelle strategiche, ad esempio come capire si debba impostare oggi un funnel includendo anche la visione dei canali digitali.
Secondo me il processo di vendita può essere fortemente ottimizzato attraverso il web, non in tutti i suoi step (dipende molto dalla tipologia del prodotto che si andrà a vendere e dal pubblico a cui ci rivolgiamo) ma sicuramente nella strategia di acquisizione di un Cliente, anche per riuscire a recuperare qualità nella ricerca del lead.
La capacità di impostare un processo con un supporto dei dati all'interno di un ambiente digitale ci permette di selezionare molto bene le audience da colpire, di studiarle in maniera attenta, di imparare a capire come e dove comunicano i potenziali clienti, le necessità mostrano e con quali sfumature; questo ci permette di ottimizzare tutto il processo di vendita diretta andando a colpire solo un pubblico attentamente selezionato, probabilmente molto più disposto a considerare la nostra offerta come un'offerta di valore che darà una risposta ad una precisa necessità.
Non miglioriamo quindi solo la nostra probabilità di conversione ma miglioriamo il nostro timing, il nostro rapporto con i Clienti, senza perdere potenziali prospect che generalmente contattiamo senza sapere un domani come li potremo riconvertire.